“La crisi in Libia sta sprofondando. Siamo di fronte a una sirianizzazione del Paese nordafricano”. Così si è espresso il Ministro degli Esteri francese Jean-Yves le Drian ieri 27 maggio, come riporta anche il New York Times.

La guerra in Libia si sta ulteriormente sviluppando in una vera e propria guerra per procura, come è stato nel caso del conflitto civile siriano, che potrebbe destabilizzare l’intera regione della sponda sud del Mediterraneo.

Il commento del capo della diplomazia francese segue, da una parte, una serie di battute d’arresto nell’ultimo periodo per il feldmaresciallo Khalifa Haftar e il suo esercito nazionale libico; dall’altra, la riconquista di una base aerea chiave e diverse citta importanti da parte del Governo di Accordo Nazionale (GNA), l’unico riconosciuto dalle Nazioni Unite, che continua a respingere le forze fedeli al comandante orientale.

La discesa dell’ex colonia italiana nel caos ha attirato l’attenzione di diverse potenze straniere, ognuna con propri interessi e un proprio disegno geopolitico nel paese nordafricano. Il GNA con sede a Tripoli gode del sostegno della Turchia e del Qatar, mentre i sostenitori di Haftar comprendono Francia, Russia, Emirati Arabi Uniti ed Egitto, con l’Italia in una situazione di forte imbarazzo e sempre più marginale.

Jean-Yves le Drian, minstro degli esteri francese

Jean-Yves le Drian, ministro degli esteri francese

Le armi stranieri provenienti dall’esterno hanno inondato la Libia in palese violazione dell’embargo sulle armi imposto dalle Nazioni Unite, e la presenza di combattenti stranieri ha ulteriormente complicato la situazione sul campo: la Russia è accusata di aver inviato centinaia di mercenari del gruppo paramilitare Wagner al fianco di Haftar, mentre la Turchia sembrerebbe aver arruolato ribelli siriani per sostenere il governo di Al Serraj. Le Nazioni Unite affermano che anche militari ciadiani e sudanesi si sono uniti alla guerra in corso.

Martedì scorso il Comando degli Stati Uniti in Africa (AFRICOM) ha denunciato la presenza di aerei militari russi in Libia. In una dichiarazione il Generale Stephen Townsend ha paragonato la scelta di inviare supporto aereo a supporto di Haftar all’intervemto di Mosca nella prolungata guerra civile siriana.

Durante un colloquio telefonico con il Primo ministro libico Al Serraj avuto la scorsa settimana, il Segretario di Stato americano Mike Pompeo ha ribadito il proprio sostegno al GNA, mentre nei giorni successivi era stata diffusa una dichiarazione che attaccava “tutte quelle forze che cercano di imporre un nuovo ordine politico con mezzi militari e terrorismo in Libia”. Bisogna capire quanto il sostegno americano ad Al Serraj sia definitivo o meno.

 

 
Mario Savina, analista geopolitico, si occupa di flussi migratori e dell’area euro-mediterranea. Ha conseguito la laurea in Lingue e letterature straniere all’Università di Bologna, la laurea magistrale in Sviluppo e Cooperazione internazionale a La Sapienza, dove ha ottenuto anche un Master II in Geopolitica e Sicurezza globale. Attualmente, oltre ad essere redattore del periodico Italiani di Libia, collabora con il centro Studi Roma 3000 e con il webmagazine Affarinternazionali.it.